Anna stava fissando lo scaffale dei cereali. Era indecisa se prendere o meno quelli al cioccolato che piacevano al marito. Provò un sottile piacere quando decise di non farlo, pregustando la sua delusione. In quel periodo, Luigi era più irritante del solito. Prese, invece, i fiocchi di mais. Si girò per inserire le granaglie del dissenso nel carrello, quando urtò qualcuno dietro di lei. Al malcapitato passante cadde il sacchetto compostabile che, rompendosi, sparse arance dappertutto. Si mise a rincorrere gli agrumi che rotolavano per il pavimento, sperando che il tipo non si mettesse a fare una scenata.
L’uomo la raggiunse. «È colpa mia, andavo di fretta e non ho fatto in tempo a frenare» disse in tono ironico. Allungando una mano su una delle arance incastrate sotto lo scaffale del muesli, sfiorò il dorso della sua mano. Anna sentì una lieve tremito sottopelle, simile all’effetto dell’elettricità statica, ma più piacevole. Sollevò la testa e incontrò gli occhi dello sconosciuto. Ritrasse la mano, avvampando in viso.
Si alzarono entrambi da terra senza interrompere il contatto visivo. Portava gli occhiali, e i capelli neri erano spruzzati di bianco sulle tempie. Non era particolarmente attraente, ma aveva qualcosa di familiare nello sguardo.
«Ho dimenticato in auto il modulo per la constatazione amichevole, ma spero che una stretta di mano possa bastare». Sorrise e, nel farlo, gli si incresparono le rughe ai lati della bocca.
«Certo» disse lei. «Non ho riportato neanche un graffio alla carrozzeria». Anna gli porse la mano e lui gliela strinse. Percepì di nuovo quella sensazione. Ricordava di averla provata spesso quando era bambina: il calore familiare di quando tornava a casa da scuola. Dall’espressione del viso, capì che anche lui doveva averla sentita.
«Conosce la leggenda del “filo rosso del destino”?» chiese lui d’un tratto.
«No, di cosa si tratta?»
«Venga, mentre andiamo alle casse gliela racconto» e mise le arance nel suo carrello. Anna, in realtà, non aveva finito di fare la spesa, ma si sentiva come se l’estremità di una corda fosse legata al suo cuore e, se non avesse seguito quell’uomo, avrebbe tirato fino a farle provare dolore.
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